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Un problema legale non è solo una fredda questione tecnica, ma si inserisce in un contesto di relazioni umane, spesso deteriorate. La risposta meramente tecnica ad un quesito legale, pur formalmente corretta, può quindi essere fuorviante e addirittura dannosa rispetto alla specifica vicenda umana nella quale si inserisce. La risposta ad un quesito legale implica la conoscenza del contesto e dei fini per cui verrà impiegata. Grande attenzione, quindi, va riservata al contatto personale con l'assistito, oggetto peraltro di uno specifico dovere deontologico. Spesso, inoltre, la quiete non ha prezzo, anche a fronte di qualche sacrificio. Mio compito è quindi fornire gli elementi necessari per una scelta consapevole. A questo fine il codice deontologico impone all'avvocato l'indipendenza, alla quale era funzionale un sistema di tariffe professionali, deontologicamente inderogabili nei minimi. La ricerca del guadagno può nuocere, infatti, alla giustizia e, talora, anche all'interesse dell'assistito. Come il medico non può incentivare la malattia, ma deve curarla, così l’avvocato non può fomentare le liti per procacciarsi lavoro. Questo rischio aumenta in un sistema concorrenziale di prestazioni di servizi legali, secondo il modello della Unione Europea e perseguito anche da leggi nazionali, dove l'avvocato viene considerato un imprenditore. Questa tendenza sta portando ad un generale scadimento non solo della Avvocatura e del suo ruolo, ma dell’intero sistema giudiziario, di cui l'Avvocatura è colonna portante. Una questione legale difficilmente può risolversi con dieci righe di risposta ad un quesito on-line. Su queste premesse e con queste convinzioni, sono disponibile ad instaurare con chi lo chieda un rapporto personale e diretto, per studiare insieme la soluzione giusta per il caso concreto.